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Questo libro affronta un tema centrale della cultura filosofica e letteraria moderna, l'intreccio tra identità personale e immaginario narrativo, individuandovi un'ambivalenza cruciale: la possibilità che l'immaginario, per un verso, serva da esperienza di rielaborazione della realtà e della vita individuale e, per l'altro, risulti luogo di occultamento della realtà e alienazione. La prima parte è dedicata all'analisi filosofica di questo problema attraverso diverse opere narrative che dal proprio interno l'hanno tematizzato: ne risulta una breve fenomenologia dell'immaginario, che distingue le modalità del rapporto tra la coscienza e la sua elaborazione immaginativa. L'esame di queste modalità muove a partire da un classico della letteratura fantastica, l'Alice di Lewis Carroll, e si snoda poi attraverso altre opere che, in modo implicito a esplicito, riprendono i temi della favola di Alice, tra cui romanzi di Flaubert, Proust, Nabokov, e film di Miyazaki, Kubrick, Lynch. La riflessione filosofica sviluppata attraverso questo percorso critico è ripresa nella seconda parte del libro, che ne traccia le premesse storiche (a partire dal XVIII secolo) e le coordinate concettuali.